Perche amo i cani?
I cani sono da sempre una delle mie passioni più radicate e profonde.
Da piccolo (avevo circa 6 o 7 anni) mentre giocavo a calcio con altri ragazziin, tra tende e roulottes al campeggio Adriatico di Portonovo (AN), fui “aggredito” da un cane, un pastore belga Malinois; mi ricordo che si chiamava Sonnie; era il cane di famiglia di un ragazzino belga che stava giocacando con noi. Era un cane un pochino “reattivo” e forse voleva solo giocare anche lui, o magari voleva lapalla, o forse gli è partila la testa in predatorio verso chi corerva… Chissa?
Mi saltò addosso ed io rotolai a terra fin sotto una roulotte.
Ho ancora oggi il ricordo della bocca dentuta del cane che tentava di prendermi, trattenuto da qualcuno.
Il risultato fu una sacrosanta fobia per i cani a 360 gradi (dato che nessuno fece nulla per “recuperare” il mio spavento).
Questo “sacro terrore” alimentò, per reazione, una smodata “passione”, un desiderio di conoscenza verso queste creature per me “terrificanti” e “magnifiche” allo stesso tempo: mi facevo regalare libri fin’anche enciclopedie sul tema e li ammiravo, li studiavo perche volevo sapevo tutto su di loro…
Eppure ne avevo una paura fottuta!
A metà anni 80, durante le vacanze estive, fui ospite una settimana a casa di mio cugino Davide, a Castelferretti. A casa c’era il loro Pastore Tedesco, Boomer.
Un bestione di 40 kg bello come il sole e terrificante come Sauron per me…
Ricordo che facevo di tutto pe revitare di incontrarlo e quando stavamo in giardinio chiedevo a Zia Marisa di metterlo in garage per paura che mi “mangiasse” … quanto mi sbagliavo!
infatti un pomeriggio (che ricordo con la stessa chiarezza dell’aggresione di Sonnie) finalmente Boomer si venne a sdraiare di fianco a noi ragazzini che stavamo seduti nel retro casa; Davide mi convinse a carezzarlo. Non successe nulla (ma va?).
Mi ritrovai dopo poco ad avere una mano nella bocca di boomer che era intento a leccarmi festoso e sereno, come normalmente sono i cani con i membri del gruppo familiare.
Quel giorno FINI DEFINITIVAMENTE la mia paura verso i cani.
Rimase un rispetto ed una prudenza (che trovo sacrosanta ed anche dovuta) che mi porto dietro da sempre come la lezione più importante impartita da queste due esperienze con Sonnie e Boomer
Ho continuato a studiare per decenni il mio “nemico/amico” cane: Tanta teoria, ma poca pratica perché a casa di cani non se ne volevano (ricordo che feci piu volte il “rilievo planimetrico” di un grosso terrazzo che c’era a casa dei miei, per dimostrare a mio padre che c’era lo spazio per far stare un cane -dato che per lui il concetto di cane in casa era alieno ed inconcepibile.. niente da fare!)
Poco dopo arrivo Lady, una barboncina “toy” che mia nonna Sofia decise di prendere per se e per noi nipoti, affascinata dal cagnolino (Blondie) di mia cugina Silvia che venne a trovarci (siamo nell’ 86).
Visto che la nonna abitava nello stesso palazzo della mia famiglia, Lady fu davvero il mio primo cane, anche perché visse con i nonni per qualche anno (dando al povero nonno Armando bellissimi momenti di affetto e compagnia ineguagliabili) fin quando la nonna rimase vedova: Da quel punto in avanti (siamo nel 93) Lady divenne definitivamente “mia sorella”.
Io, che come ideale di cane avevo il Dobermann, amavo quell “microcane” da impazzire!
Lady ci lascio nel 2000, quando aveva 14 anni ed io ero appena sposato: dopo aver affrontato operazioni e malattie dovemmo accompagnarla per il suo ultimo viaggio perché un male ai polmoni (a seguito di un’altro alle mammelle) gli impediva di respirare…
Ricorderò per sempre lo sguardo che ci siamo dati prima di lasciarci: lei ha scodinzolato e poi si e’ addormentata per sempre: “Arrivederci sorellina!”
Poi sono passati altri 14 anni di solo desiderio (e di tanti altri libri!)… fin quando per una serie di avvenimenti (ahimè una serie di lutti drammatici) si sono “allineati” gli astri ed ho convinto tutta la famiglia (in realtà l’unica da convinecere era mia moglie Chiara) che era il momento:
Ed è arrivata ZOE
(Zoe ad 1 mese)
Zoe è stato il Dobermann atteso per 30 anni (il mio primo libro sul Dobermann risale al 1982 “Il Doberamnn” di Fiorenzo Fiorone, non so quante volte l’ho letto!)
Se penso che il mio amico Diego Freddara (Allevatore di Dobermann con affisso “Del Duca Nero“) mi propose di prendere un suo cane nel ’96 e continuò sistematicamente a farlo ogni volta che ci incontravamo, posso dire senza timor di smentita che Zoe é stata un sogno di una vita che si é avverato.
Ho seguito tutte le fasi della crescita della cucciolata (rompendo l’anima e le scatole al povero Jacopo, il “papino” di mamma Emy): proprio non potevo farne a meno…
Poi il 9 maggio 2014, a 56 giorni, finalmente siamo andati a prender Zoe per portarla con noi nella sua nuova casa.
Ricordo l’emozione palpabile in macchina per tutti e 4 i membri della famiglia, una emozione grande per noi adulti e per i miei figli Matteo ed Anna: gia solo quel momento “valeva” qualunque cosa sarebbe successa poi!
Da quel giorno di metà Maggio del 2014, Zoe (detta spesso “Zizza”, o “Zazy“) si è conquistata un posto come membro effettivo della famiglia.
Non è stata mai trattata come una persona, perché credo sia mancanza di rispetto verso il cane non riconoscere le esigenze di canide (diverse da quelle di un umano), ma stata sempre, da subito ed a tutti gli effetti una di noi, con gli stessi diritti d’affetto e d’attenzione degli altri: posso dire che fosse nello stesso contenitre affettivo degli altri due figli, ne di più ne di meno.
Zoe era letteralmente la mia terza figlia adottiva.
Punto!
10-05-2014, il primo risveglio a casa!
24-09-2023
Cara Zoe, non esiste un modo facile per salutarsi quando quel saluto è definitivo: ma come ogni singolo giorno vissuto insieme (tranne forse 5 o 6 in 9 anni e mezzo) anche nel nostro addio eravamo vicini, in un abbraccio non solo fisico.
Ho mantenuto la mia promessa, quella che ti sarei stato sempre accanto e non ho nessun rimpianto.
Non riesco a ricordare giorni senza di te, né ad immaginarmene di nuovi: ma farò tesoro di tutti gli insegnamenti preziosi e sottili che mi hai dato, più profondi e duraturi di quanto molti uomini siano capaci di immaginare.
Aver avuto l’onore e la gioia di averti accanto aveva un prezzo altissimo, pagato con un dolore immenso: ma sono contento di averlo pagato (molto salato) per avere avuto in cambio questi anni trascorsi assieme!
Nell’ultimo momento in cui ci siamo salutati (ed io ti tenevo stretta) nel tuo sguardo ho letto l’insegnamento più grande, quello definitivo, quello per cui, probabilmente, hai attraversato la mia vita:
Dobbiamo imparare a far scorrere il flusso vitale, assaporandone la corrente senza volerla trattenere, godendo delle sue carezze che ci plasmano in una forma via via più docile ed adatta alla vita e quando saremo pronti navigheremo tutti verso la foce carichi di esperienza e significato.
Quando le nostre anime si riincontreranno so già che vedrò la tua coda roteare pazza di gioia.
Ma fino ad allora mi mancherai come l’aria che non hai avuto nella tua ultima ora.
Ciao Zazi!
Aprile 2024, quasi un anno dopo aver dovuto dire “arrivederci altrove” all’ineguagliabiel Zoe, il caso (che non esiste!) vuole che sia in arrivo una nuova cucciolata di Doby nello stesso allevamento del mio amico Diego, nella stessa famiglia in cui era nata Zoe (a casa di Jacopo.. ma da una pro-pro-nipote della mamma di Zoe). Non è la prima cucciolata dopo la lettara G (a cui apparteneva Grace ZOE del Duca Nero…), siamo alla M, eppure stavolta vengo chiamato in causa per dare una mano: avendo tanta nostalgia dei cani (e di quel tipo di cani) ma con il lutto ancora in fase di risoluzione, accetto volentieri di prestare le mie competenze grafiche per realizzare una locandina per promuovere la neo cucciolata in arrivo a giorni.
“Sia chiaro, non sono ancora nella condizione di prenderne uno, ma vi aiuto volentieri” sono le mie parole a Diego e Jacopo.
Invece davvero per una coincidenza di eventi fortuiti, di grande prepotenza e senza alcuna pianificazione un nuovo “Pazzo” prende possesso dei nostri cuori e della nostra casa, senza che ne avessimo pianificato l’arrivo. SI è letteralmente invitato da solo convincendo tutta la famiglia che lui doveva venire a casa con noi: ed è arrivato Maverick (sul pedigree è scritto Maverik) detto “Sentinella” per le sue caratteristiche di pestifero curioso della cucciolata (nome infatti azzeccatissimo)